“Identità e visione: il futuro della tutela del lavoro, secondo il segretario generale Confial Benedetto Di Iacovo.

La Confial, Confederazione Italiana Autonoma Lavoratori, è un’organizzazione di giovane costituzione , ma già di radicata in tutte le regioni e in quasi tutte le province italiane e nelle più importanti categorie produttive, del terziario e del settore privato e pubblico. Confial ha sottoscritto importanti patti federativi e di adesione di altri sindacati, e ha sottoscritto 22 contratti collettivi nazionali di lavoro anche con Organizzazioni sindacali e datoriali rappresentative, tutti depositati presso il CNEL e il Ministero del Lavoro, con numerosi rappresentanti sindacali di base nelle aziende private e negli uffici pubblici.  Il suo segretario generale Benedetto Di Iacovo, ha alle sue spalle un vissuto di oltre 35 anni nelle organizzazioni confederali, con incarichi di responsabilità di grandissimo livello. L’Organizzazione ha una struttura di rappresentanza territoriale reticolare che offre servizi e assistenza ai cittadini e che persegue una strategia di modernizzazione delle relazioni sindacali nel nostro Paese, sostenendo la partecipazione dei lavoratori alle scelte d’impresa e a livello macroeconomico il dialogo sociale, per dare tutele a tutto il mondo del lavoro, anche a quei lavoratori dell’economia 4.0 in atto senza diritti.

La Confial, con una significativa relazione del suo segretario generale Benedetto Di Iacovo, Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana, ha celebrato il suo decennale presso il Senato della Repubblica il 21 marzo scorso, alla presenza di autorità istituzionali, rappresentanti politici e leader storici del sindacalismo italiano, alla presenza di BOGDAN Hossu, Presidente del primo e maggiormente rappresentativo Sindacato della Romania, il Cartel Alfa.

Confial, ha aderito al Testo Unico sulla Rappresentanza promosso da Confindustria ed è censita dal Ministero del Lavoro al quale ogni anno, trasmette i propri dati associativi.

Confial nasce nel 2013, ha le proprie radici culturali nella tradizione democratica, riformatrice ed europeista del sindacalismo italiano, integrata da una visione comunitaria, che vuol tenere in equilibrio lo scenario generale con le istanze dei territori.

“E’ necessario evitare che il futuro del sindacalismo italiano, a causa dei ritardi e delle divisioni delle confederazioni, rese evidenti dalla ultime manifestazioni separate, e delle bandierine fissate dalla politica su queste due tematiche, possa essere quello della “parabola” descritta da Aris Accornero più di trenta anni or sono, anche a causa di un sistema sindacale confederale che sembra uscire dal cuore della metà del ‘900, con la vecchia dialettica tra conflitto e collaborazione, fuori dagli schemi del sindacalismo europeo di matrice riformista”. Questo il pensiero del segretario generale Di Iacovo, che anima questa confederazione di nuova generazione con il suo impegno, passione e dedizione quotidianamente.

Per la Confial è giunto il tempo di superare il modello di corporativismo semi-pubblicistico del sindacalismo italiano che, nei fatti, segna le relazioni industriali in Italia, tendente ad una sorta di esclusività di stampo monopolistico delle relazioni industriali e della contrattazione collettiva, non rispondente alle attuali dinamiche sociali e ai dati reali sulla rappresentatività, vera e non presunta, con un’evidente lesione del principio costituzionale della libertà sindacale, prescritto dal 1° comma dell’art. 39 della Costituzione.

“Nuove dinamiche che, peraltro, trovano riscontro anche nella composizione del CNEL, recentemente rinnovato, che certifica un elevato pluralismo sia dei sindacati quanto delle associazioni datoriali, nei cui confronti sono sempre meno efficaci i vecchi paletti di un ordinamento intersindacale statico, che impedisce a chi ne è fuori di esercitare legittimamente diritti sindacali e funzioni di contrattazione collettiva. Tema, quest’ultimo, che abbisogna ormai, senza remore -evidenzia il segretario Di Iacovo- proprio di un intervento legislativo regolativo, rispettoso dei principi e delle previsioni dell’art. 39 della Costituzione, letti in chiave evolutiva secondo l’insegnamento del diritto vivente, per riscrivere e aggiornare relazioni industriali che mostrano evidenti segni di logoramento”.

Insomma, gli schemi sindacali del secolo breve, del ‘900 non sono più in grado – secondo il segretario della Confial- di cogliere i fermenti del mondo del lavoro e gli elementi innovativi capaci di produrre diverse politiche contrattuali – che, nell’attuale condizione inflazionistica, sappiano recuperare il potere d’acquisto di salari e pensioni – nuove e più agili relazioni industriali in cui rappresentanza e rappresentatività siano espressive della libertà di scelta sindacale attraverso il voto dei lavoratori.

Ancora una volta probabilmente si tratta di una sostanziale difficoltà a cambiare, un cambiamento -conclude Di Iacovo- che consiste nel mutare in tempi non lunghi della struttura e nelle culture organizzative rimanendo però in qualche modo sé stessi, per porsi più proattivamente nei confronti delle nuove sfide, che i temi dell’ambiente e della digitalizzazione, dell’Economia 4.0 e dell’intelligenza artificiale pongono al sindacalismo su scala globale in questo XXI secolo.

https://roma.repubblica.it/dossier-adv/eccellenze-lazio/2023/12/22/news/confial_identita_e_visione_il_futuro_della_tutela_del_lavoro-421703770/

Lascia un Commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.