SCOMPARSA SERGIO MARCHIONNE. Il Segretario della CONF.I.A.L. Di Iacovo: un manager che ha innovato le relazioni industriali anti-storiche del nostro Paese

Sulla scomparsa di Sergio Marchionne è intervenuto il segretario nazionale della Confederazione Italiana Autonoma Lavoratori, Benedetto Di Iacovo, che ha espresso “rispetto per l’uomo e stima per un manager illuminato che ha salvato dal disastro il maggiore gruppo industriale italiano, creando un grande multinazionale competitiva sullo scenario globale”. Per il leader sindacale “Marchionne ha imposto unilateralmente forti elementi di flessibilità nelle prestazioni lavorative, senza però introdurre elementi di partecipazione dei lavoratori alle scelte d’azienda; purtuttavia lo scomparso top manager ha compiuto scelte “coraggiose” che hanno creato significativi cambiamenti alle relazioni industriali italiane viziate da provincialismo e ormai anti-storiche, come testimonia il criterio selettivo del “sindacato comparativamente più rappresentativo”, non fondato sulla rilevazione della effettiva rappresentatività nei territori e nei luoghi di lavoro e lesivo dei principi costituzionali del pluralismo sindacale, al punto che il Grande Gino Giugni, uno dei padri dello Statuto dei lavoratori, già nel 1997, ha avuto modo di definire questa nozione “una escogitazione linguistica intelligente e feconda” per sostituire, facendo regalo a Confindustria e Confederazioni, il criterio del maggiormente rappresentativo con la nozione di “comparativamente” maggiormente rappresentativo, con palese violazione di quanto contenuto nell’art. 39 della Costituzione, relativamente alle libertà sindacali.

” Per Di Iacovo “Fca ha deciso di uscire da una Confindustria burocratizzata e lenta nel percepire i mutamenti, assai poco “globale”, una sorta di miscellanea male assortita di gruppi ex pubblici ed aziende private spesso in conflitto sul territorio. Così Marchionne ha archiviato il dogma del contratto nazionale per sottoscrivere un contratto di settore e valorizzare la contrattazione aziendale, secondo il modello delle relazioni sindacali di ‘prossimità’, modello sindacale di comunità propugnato proprio da CONF.I.A.L., perché più vicino ai lavoratori ed ai territori. Per questo – ha concluso Di Iacovo – Marchionne sarà ricordato non solo come il manager che ha salvato la Fiat ma anche per un innovatore delle relazioni industriali che le organizzazioni tradizionali dei datori e dei lavoratori vorrebbero invece conservare mantenendo le “liturgie” che le hanno messo in campo nel ‘900, il cosiddetto secolo breve”.

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