Sintesi intervento del prof. G. Maurizio Ballistreri, docente di diritto del lavoro nel Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche dell’Universita’ di Messina e presidente dell’Istituto Nazionale di Studi sul Lavoro (I.S.L.), al convegno organizzato dal centro studi nazionale di diritto del lavoro “d. napoletano” sezione per l’Area dello Stretto, nell’Aula Magna dell’Università di Messina, sabato 16 dicembre.
Le società pu
bbliche controllate o solo partecipate applicano ai propri dipendenti la contrattazione collettiva del settore privato di riferimento, senza, quindi, alcun tertium genus tra le discipline pubblica e privata. Si è discusso se la previsione dell’art. 19, commi 5 e 6 del d.lgs. 175/20176, in materia di compatibilità del costo del lavoro per i dipendenti delle società a capitale pubblico, possa costituire una violazione di norme costituzionali, come la libertà sindacale e di contrattazione collettiva ex art. 39, c.1, e la retribuzione di cui all’art. 36, c.1; invero, tale previsione, sulla cui prescrittività dalla lettera della norma emergono ragionevoli dubbi, si dovrebbe attuare, comunque, attraverso la contrattazione collettiva di secondo livello e, non, in via unilaterale, eliminando così, questioni di natura costituzionale. Peraltro, l’art. 51 del d.lgs n. 81/2015 consente nel settore privato, ai due livelli di contrattazione, nazionale e integrativa, la possibilità di deroghe in peius. Il tema quindi, della regolazione del rapporto di subordinazione e dei costi del personale nelle società a capitale pubblico si deve affrontare, ancora una volta, nel fecondo rapporto storico del nostro ordinamento del lavoro tra legge e autonomia collettiva.
L’I.S.L., l’Istituto Studi sul Lavoro e sulle Relazioni Industriali della CONF.I.A.L., di cui è Responsabile il prof. Maurizio Ballistreri, continuerà a seguire e ad informare su tale importante tematica.
