IL LAVORO VA CREATO E LO CREANO LE IMPRESE NON LE LEGGI.

Redazionale

 

L’Italia vive ormai da oltre un ventennio una crisi che scarica sui giovani i suoi risvolti peggiori con una forte contrazione dei livelli occupazionali. Senza adeguate politiche industriali, che non significa nuove ciminiere inquinanti, ma un sistema di imprese innovative, ecocompatibili e internazionalizzate, l’Italia non va da nessuna parte.

Bene le misure di sostegno alla povertà o di sostegno al reddito, ma l’occupazione la creano le imprese, attraverso un sistema di rete e in diversificati settori. Le leggi ne possono regolare le dinamiche accelerandone i processi, ma da sole non produrranno mai nuova occupazione.
La creazione di nuove imprese messa a sistema produrrà, a sua volta, un indotto nei servizi, nel digitale, nella logistica, ecc. .
Ma senza imprese c’è solo il declino. L’Italia é rimasta ormai senza grandi imprese di respiro internazionale. Quasi tutte le grandi imprese italiane di un tempo, a partire dalla Fiat, non esistono più. E la cosa grave é che in Italia gli stakeolder che devono comprendere il significato di tutto questo non siano per niente consapevoli di questa situazione che porta l’Italia al declino. Un tempo si diceva mano a mano che in un paese aumenta lo sviluppo questo porta nuova occupazione.
Da più tempo questo paradigma si è rotto e non é più così. Il meccanismo si é inceppato e politica, governanti ed economisti fanno fatica a comprenderne le ragioni ed a trovare ricette adeguate.
Servono un mix di azioni: investimenti in infrastrutture materiali ed immateriali, formazione di eccellenza e soprattutto continua e permanente, quindi di un sistema scolastico meno distante dal mondo del lavoro. Poi politiche attive e strumenti di sostegno al reddito ed alla povertà. Ma tutto questo nell’unica ed esclusiva direzione di un grande piano di politiche industriali, senza il quale l’Italia sarà condannata alla marginalità, quindi al definito declino e non si salverà più attraverso il classico (quasi ormai patetico) richiamo al made in Italy.
Rimboccarsi le maniche. Nuovi costruttori di futuro cercasi. Industria 4.0 ed i processi dell’intelligenza artificiale possono essere una grande occasione di rilancio del bel Paese.
Gli incantatori di serpenti sono pregati di farsi un giro fuori dall’Italia guardando a quelle nazioni che stavano peggio di noi e che oggi hanno livelli di crescita di straordinaria efficacia.
Come CONF.I.A.L stiamo tenendo in ogni regione gli”Stati Generali del Lavoro”, una brainstorming per analizzare politiche e criticità del nostro fragile sistema economico, produttivo ed occupazionale, ma soprattutto per generare una nuova corrente di pensiero capace di contagiare con idee e proposte adeguate il sistema politico, istituzionale e imprenditoriale del nostro Paese.
Anche per questo abbiamo deciso di celebrare il nostro 1 Maggio a Matera, Capitale della Cultura Europea 2019. Faremo incontrare Cultura e Lavoro.
Benedetto Di Iacovo

Coordinatore della Segreteria Nazionale CONF.I.A.L

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